SUGGERIMENTI PER LA PRODUZIONE DELLE RIPRESE CINEMATOGRAFICHE SUBACQUEE
In questa breve guida mi riferirò prettamente al settore cinema e pubblicità, tralasciando il documentario di settore naturalistico, il quale potrebbe richiedere caratteristiche molto differenti e tempi di produzione più lunghi. In un altro articolo tratterò il documentario naturalistico e le riprese subacquee per la realtà virtuale e aumentata.

La produzione di riprese subacquee comporta alcune differenze ovvie rispetto alle riprese in superficie, voglio però rivolgermi in particolare alle produzioni cinematografiche, ai registi e ai direttori della fotografia che spesso si trovano alle prese con la realizzazione di scene in ambiente subacqueo.

Partiamo dalle specifiche tecniche delle attrezzature che spesso sono poco chiare.
L’ambiente subacqueo agisce in modo incisivo sulla resa scenica, per questo motivo è bene capire che l’utilizzo di camere ARRI, RED, SONY, CANON, BLACKMAGIC, apparirà pressoché identico una volta processato in post produzione. La grande differenza che notiamo nelle riprese in superficie realizzate con queste MDP, sta nel look del profilo LOG della macchina e chiaramente dalle lenti e questo fa sì che la scelta di un DOP e un Regista ricada su una piuttosto che un’altra.

Il criterio migliore per decidere con quale camera girare sott’acqua, dovrebbe essere guidato più dal formato, (ad esempio IMAX) o dalla risoluzione, 4K, 6K, 8K,  dal frame rate e dalla gamma dinamica. Nonostante ormai quasi tutte le MDP si equivalgono in tal senso.  Anche girare in pellicola non definisce la scelta migliore. Il motivo è che l’ambiente subacqueo, sia esso in piscina, mare o lago, agisce in modo uniforme e cromaticamente omogeneo su tutto il soggetto in scena. Soprattutto è bene capire che sott’acqua c’è un valore di ingrandimento, di vicinanza, di distanza di messa a fuoco che le ottiche possono risolvere con un’adeguata scelta abbinata agli oblò sferici o piani.

Si può usare tutto ma come al solito dipende dalla scena che dobbiamo girare. Potrebbe essere un soggetto immerso nel blu oppure comprendere una scenografia. Ad esempio, lavorare sott’acqua con un diaframma completamente aperto su un volto o un dettaglio, ha poco senso perchè si avranno grandi difficoltà di messa a fuoco e lo sfocato del fondale è già di per sé sfocato e monocromatico. Ha senso, ma sempre con le dovute differenze, se abbiamo più soggetti in campo e una scenografia. In questo caso possiamo ovviamente lavorare maggiormente sull’apertura del diaframma.

Ricapitolando, poniamo attenzione alle caratteristiche dello scafandro (housing) o blimp subacqueo che dovrà contenere la nostra MDP, la lente e i vari accessori. Assicuriamoci che, se le necessità lo richiedono, lo scafandro, abbia la possibilità di montare il controllo remoto dei fuochi, dell’iris e dello zoom, perchè il movimento del cineoperatore, sott’acqua è più complesso e a volte diventa difficile dover gestire il fuoco manualmente, soprattutto se lavoriamo a mezz’acqua con fondale profondo.

Assicuriamoci che lo scafandro possa alloggiare delle batterie extra, che ci sia la possibilità di collegare il cavo per la visione esterna della regia e che si possano usare gli obiettivi che desideriamo. Anche in questo caso va detto che la resa di un’ottica “Prime cine” rispetto a una lente fotografica, non farà una grandissima differenza. L’utilizzo di un oblò sferico per lenti grandangolari o fisheye (dome port, super dome) in plexiglass o cristallo, questo si farà la differenza. Lo stesso vale per gli oblò piani adatti alle lenti con lunga focale o macro.